A cura di
Ferdinando Schiavo
Relatori

Ferdinando Schiavo, Neurologo

GP01

CIABATTE ROSSE: LA STRAGE DELLE INNOCENTI

Il male facile, le anziane e la violenza nascosta provocata dalle terapie farmacologiche inappropriate

Presentazione
La popolazione mondiale, e italiana in particolare, invecchia sempre di più rispetto al passato ed è spesso fragile e vittima di malattie croniche, fa largo uso di farmaci e quasi sempre in numero progressivo con l’avanzare dell’età. Questo scenario espone le donne, rispetto agli uomini, e non solo per il loro miglior tasso di sopravvivenza:

• ad un livello di fragilità più esteso rispetto ai cinque “anni guadagnati”

• ad un più elevato consumo di farmaci

• ad un più elevato consumo di farmaci a cui possono rispondere in maniera differente dagli uomini

• ad un più elevato consumo di farmaci e soffrendo peraltro in maggior misura di eventi avversi legati proprio al loro uso.

La medicina di genere da almeno tre decenni tenta di combattere l’errata convinzione che vi sia una perfetta equivalenza uomo-donna. Questa diversità ignorata ha comportato e comporta tuttora errori diagnostici e terapeutici dalle conseguenze in buona parte evitabili, soprattutto per il genere femminile.

I farmaci sono testati da decenni prevalentemente su persone giovani e di genere maschile e solo raramente sugli anziani, per varie ragioni in buona parte comprensibili. Le anziane, di conseguenza, pagano un doppio prezzo poiché assumono farmaci che non sono stati sperimentati né sulle donne né sulle persone anziane. Rappresentano, quindi, i soggetti più bisognosi di attenzioni in campo medico e, insieme ai maschi, subiscono le ripercussioni di una medicina che spesso non conosce la gerontologia e non è adeguatamente preparata a padroneggiare la complessità delle patologie dell’anziano, una medicina in cui sopravvive l’atteggiamento ipocrita, superficiale, omissivo e comodo dettato dal pregiudizio dell’ageismo («ma è solo vecchio\a»), da nichilismo («non c’è niente da fare»), da passività (“si è fatto sempre così») e, infine, da fatalismo («rassegniamoci, accettiamo lo stato delle cose»).

Si sbaglia, quindi, a causa della personale cattiva conoscenza, forse per insegnamenti senza amore, per inesperienza, per assenza di quelle doti di umiltà che consentono di apprendere dagli errori. Si sbaglia per fretta. Si giunge così alla scarsa appropriatezza nella prescrizione della cura. Ma si commettono errori persino per “banali” errori di trascrizione dopo cambiamenti terapeutici in caso di ricovero ospedaliero e ciò avviene tanto più spesso nella persona anziana, serve ripeterlo, che fa un uso progressivamente più ampio di farmaci col procedere dell’età, della fragilità e delle patologie croniche.

E’ un fatto ormai consolidato che in tutte le strutture residenziali le donne anziane rappresentino la stragrande maggioranza degli ospiti e che siano molte volte gestite da medici e da altri professionisti della salute non sempre adeguatamente preparati e motivati nel prendersi cura dei soggetti fragili, come è dimostrato da numerosi studi, tra cui i prestigiosi Criteri di Beers, la “Bibbia delle malattie da farmaci dei geriatri”.

L’ esperienza personale maturata in area ospedaliera e poi nel territorio, unitamente a due progetti di supervisione di ospiti di residenze per anziani in epoca immediatamente pre-Covid, ha contribuito a avvertire la necessità di una visione non frammentata dalle specialità cliniche e di un ritorno ad una medicina lenta che possa condurre ad una corretta prescrizione farmacologica e, quando serve, anche ad una coraggiosa e ragionevole deprescrizione. Diverse terapie “non sono per sempre”, come i diamanti!

Molte molecole, in conclusione, attentano alla vita delle persone anziane, donne in particolare: l’uso prolungato e sconsiderato di benzodiazepine (fattori di rischio per demenze, per rovinose cadute e relative conseguenze); quelle ad azione anticolinergica (forti fattori di rischio di demenza, di delirium), circa 600 reali mine vaganti come i familiari Buscopan e simili, Paroxetina, Laroxyl, Codeina; i farmaci ad azione antidopaminergica possono creare dal nulla parkinsonismo, distonie, la sconosciuta e ambigua acatisia ed hanno nomi insospettabili o apparentemente innocenti tra cui Plasil, Geffer, Levopraid, Deanxit, Dominans, Mutabon mite, Difmetré; infine, le numerose sostanze che “allungano il QT cardiaco” come il vecchio intramontabile Serenase\Haldol ed altri ancora che attentano al nostro cuore.

Non fermiamoci, dunque, a ricordare solo le vittime della furia ignorante, cinica e gelida dei maschi, quasi sempre donne giovani, le Scarpette Rosse che ogni anno commemoriamo con dolore e rabbia il 25 novembre poiché questo fenomeno non accenna ad estinguersi. Molti delitti, una vera eutanasia silenziosa, avvengono nelle residenze per anziani, nelle loro stesse abitazioni e persino negli ospedali. Non dimentichiamolo.

Data Sala Ora
18 Maggio 2023 AZIMUT 14.00 - 15.30